La storia
Cannara è un piccolo comune d’origine medievale che sorge nel mezzo della Valle Umbra, sulla riva sinistra del fiume Topino, ad appena 9 chilometri da Assisi.
Fu questo un territorio anticamente lacustre (il lacus Umber dei Romani, di cui parla anche Properzio in alcune sue Elegiae), poi condizionato da acque palustri fino ad un secolo fa, quando si concluse il millenario processo di regolazione idraulica dell’intera valle. I primi insediamenti di Cannara sono dagli storici situati attorno al 1100. Tra i più autorevoli di essi, il Pellini, il Ciatti ed il Bianconi accettano la tradizione secondo cui tale castrum sarebbe stato edificato al tempo di Federico Barbarossa dal conte Valerio Ranieri, un nobile perugino di parte guelfa costretto alla fuga quando l’imperatore tedesco scese in Italia per la terza volta (1162). I documenti che in varia forma riportano l’antico nome di Cannara risalgono, in effetti, ai secc. XII e XIII: insula de Cannaio (1170), in territorio Cannaiae (1211), castrum Cannariae (metà del 1200), mentre è del 1291 la prima citazione che si conosca di Comune Cannarii.
Agli inizi del 1200 il castrum ha le sue mura perimetrali, il palazzo della corte e numerose chiese, alcune delle quali ancor oggi sussistono: di San Biagio, di San Sebastiano, dei santi Giovanni e Donato. E’ questo il tempo di san Francesco, della sua predicazione, dei suoi miracoli.
Una lunga tradizione, formatasi sulla base degli Actus Beati Francisci et sociorum eius (II metà del Duecento), rafforzata da un celebre passo dei Fioretti (cap. XVI), ripresa nei secoli dalla cosiddetta “storiografia erudita” del francescanesimo ed arricchita dall’arte pittorica, vuole che sia Pian d’Arca, in territorio cannarese, il sito della famosa Predica agli uccelli, ed il castello di Cannara il luogo in cui il santo di Assisi ideò il Terz’Ordine detto dei Continenti.
Alla fine del Duecento appare concluso il processo di insediamento e di colonizzazione del territorio palustre ad opera della comunità ormai distinguibile come cannarese. Il che disturba non poco i progetti di espansione assisana verso la valle, al punto che nel 1291 la già difficile convivenza tra i due comuni sta per sfociare in guerra aperta. Le forze della piccola Cannara sarebbero impari di fronte a quelle nemiche: il Consiglio chiede allora l’aiuto della potente Perugia, che accetta, e si dichiara disposto alla sommissione. D’ora in poi la storia di Cannara si intreccia strettamente con quella di Perugia, anche quando Malatesta Baglioni nel 1424 otterrà in feudo tale castello, grazie alla investitura ad opera del potente capitano di ventura Braccio Fortebraccio da Montone. Nello stesso anno papa Martino V conferma il Baglioni signore di Cannara concedendogli anche il dominio di Spello, l’uno e l’altro “a beneplacito suo e dei suoi discendenti”.
La signoria dei Baglioni avrà termine nel 1648, alla morte del vescovo Malatesta (V), ultimo discendente di questa antica famiglia perugina. Dalla seconda metà del Seicento, pertanto, e fino al costituirsi del Regno d’Italia, Cannara diventa parte integrante dello Stato della Chiesa senza più intermediari principeschi.
Agli inizi dell’Ottocento è a capo di tre comuni limitrofi appodiati: Castelbuono, Limigiano, Collemancio. Quest’ultimo, sorto dopo il Mille su un’area prossima all’insediamento romano di Urvinum Hortense (secc. III a.C. e successivi), divenuto comune attorno al 1200, come entità giuridica cessa di esistere subito dopo l’Unità, assorbito da Cannara.
Oggi Cannara ha una popolazione di circa 4 mila abitanti, con una economia prevalentemente agricolo-artigianale, comprende un territorio di 32,65 kmq. distribuito in pianura ed in collina, dove supera i 500 m. di altitudine. A valle, la terra argillosa e ricca di silice favorisce la coltivazione della cipolla, prodotto per il quale Cannara è famosa, di cereali e di viti. Vi crescono bene anche il pioppo, il salice, la quercia, l’acero e, sulle colline di Collemancio, soprattutto l’olivo, contornato da spontanea crescita dell’odorosa ginestra.
Prof. Ottaviano Turrioni