Chiesa della Buona Morte (già delle Stimmate di San Francesco)

Chiesa della Buona Morte (già delle Stimmate di San Francesco)

Sorge davanti al “Tugurio” dove, secondo la tradizione, S. Francesco si ritirava a riposo e preghiera quando passava per la Terra di Cannara. A quei tempi era solo un piccolo Oratorio, nel quale è tradizione che il Santo di Assisi abbia rivestito dell’abito il primo terziario, il beato Lucio Modestini di Cannara.

Sorge davanti al “Tugurio” dove, secondo la tradizione, S. Francesco si ritirava a riposo e preghiera quando passava per la Terra di Cannara.

A quei tempi era solo un piccolo Oratorio, nel quale è tradizione che il Santo di Assisi abbia rivestito dell’abito il primo terziario, il beato Lucio Modestini di Cannara. Successivamente, e fino ai nostri giorni, sarebbe diventato il luogo di incontro della Compagnia di S. Francesco, poi detta “Della Morte e Orazione”, dedita soprattutto ad opere di pietà, come il seppellimento dei defunti.
 
Le trasformazioni strutturali attraverso i secoli ci hanno consegnato una chiesa dall’unica navata, (“bislunga”, Palmerini, 1718), che è passata dai tre altari iniziali ai cinque attuali, frutto di interventi tra Cinque e Seicento, di lavori effettuali nella seconda metà del Settecento e di altri negli anni Sessanta del Novecento; è arricchita da pregevoli opere d’arte e da lapidi che ricordano l’ideazione del Terz’Ordine da parte di S. Francesco in questo edificio sacro e l’alto ruolo civile o religioso svolto da alcuni cannaresi nel passato.
 
Il pregevole “Crocifisso” a braccia snodabili caratterizzate da snodi di legno massello, esposto nella nicchia sopra il presbiterio e composto da cinque strati di tela di lino sovrapposti, è una rarità in terra umbra. Risale alla seconda metà del Quattrocento e fu acquistato dalla Compagnia della Morte nel 1545, per essere oggetto di devozione e portato in processione la sera del Venerdì Santo. Altro antico, prezioso simulacro dalla storia molto interessante è quello della “Madonna Nera”, che fu portato a Cannara nel luglio del 1826 grazie all’interessamento di don Pasquale Modestini.
 
E’ stato ritenuto coevo, e del tutto simile, a quello che si venerava nella Santa Casa di Loreto, andato distrutto nell’incendio del 1921, ed aveva sostituito per qualche tempo l’originale, venerato in quella basilica, quando Napoleone lo trafugò a Parigi (1797).